Foto Matteo Interlenghi
SAN GIOVANNI IN CONCA
La rinascita
di una basilica
Cosa fare quando monumenti e reperti d’arte sono andati distrutti e i documenti che li raccontano non sono accessibili? La soluzione alla nostra curiosità viene dalla tecnologia. Il disegno 3D e la fotogrammetria 3D consentono di riportare nel mondo virtuale intere opere d’arte, facendoci rivivere la bellezza di luoghi perduti e tesori dimenticati. Entriamo quindi negli spazi ricostruiti della chiesa di San Giovanni in Conca.
In piazza Missori, della basilica di San Giovanni in Conca, ormai, non resta che un brandello di muro appartenente all’abside e parte della cripta.
Tuttavia, testimonianze scritte e disegni, giunti a noi attraverso i secoli, possono permetterci di immaginare come probabilmente apparisse prima delle modifiche e della sua demolizione definitiva, avvenuta a metà del secolo scorso.
Questi documenti però non sono accessibili a tutti, ed è qui che entra in gioco la tecnologia che ci permette non solo di immaginare ma anche di riprodurre virtualmente questa antica basilica.
La tecnologia del disegno 3D ci consente di trasformare i bozzetti in una struttura tridimensionale, innalzando mura, colonne e archi.
Gli stili architettonici delle chiese dell’epoca ci dicono come potessero essere le volte, a crociera a sesto acuto, che sovrastavano le navate laterali e i materiali con cui l’intera struttura era stata realizzata.
Questi bozzetti e conoscenze architettoniche, però, non ci permettono di comprendere a pieno la magnificenza della basilica; non ci possono mostrare gli affreschi e le sculture che ne impreziosivano gli interni e gli esterni.
Parte di queste opere d’arte sono andate perdute durante i secoli, ma non tutte. Alcune statue e porzioni di affreschi sono stati salvati e sono conservati nel Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco. La statua equestre di Bernabò Visconti è tra le opere salvate e, secondo documenti testuali dell’epoca, pare fosse collocata nella parte rialzata della chiesa dietro l’altare. Sulla base di queste testimonianze, posizionando una bozza della statua all’interno della ricostruzione 3D possiamo capire come potesse apparire imponente agli occhi dei fedeli.
Gli affreschi preservati presso il museo non permettono solamente di abbellire le superfici di una grigia ricostruzione, ma soprattutto ci
forniscono informazioni esatte sulle dimensioni delle pareti su cui originariamente erano stati realizzati, grazie anche a fotografie fatte agli affreschi prima della loro rimozione, avvenuta durante l’ultima demolizione della basilica.
La fotogrammetria 3D, attraverso l’uso di semplici fotografie, consente di riportare nel mondo virtuale intere opere d’arte, come la statua di San Giovanni Battista, originariamente posta in una nicchia della facciata e ora conservata presso il Castello Sforzesco.
Grazie quindi a queste tecnologie, alle testimonianze e ai reperti,
possiamo, almeno in parte, riportare alla vita questa splendida basilica e
persino esplorarla, come avrebbe fatto un milanese del XIV secolo.