Il nostro gruppo di ricerca si occupa
dell’insula viscontea:
così abbiamo chiamato l’area della Milano trecentesca che dall’attuale piazza Fontana raggiunge il corso di Porta Romana, comprendendo a suo tempo le residenze di Azzone (1302-1339), Luchino (1287-1349), Giovanni (ca. 1290-1354) e Bernabò Visconti (1323-1385), nonché quelle della sua consorte Regina della Scala (1331-1384).
Questi complessi palatini erano sorti vicino alla contrada dove si trovavano le case antiche della famiglia Visconti, e ancora fino al XV secolo si alternavano alle grandi case degli altri membri del casato rendendo il quartiere una sorta di esteso sistema residenziale famigliare.
(fratello di Matteo Magno)
(zio di Matteo Magno)
I tre grandi palazzi principali si identificano
ancora oggi, o si localizzano, negli attuali palazzi dell’Arcivescovado e Reale (già Corte dell’Arengo)
e nell’area di piazza Missori, con la basilica di San Giovanni in Conca.
L’équipe coinvolta nel caso studio Insula Viscontea, che presenta un sistema innovativo nella tipologia e nei metodi della ricerca, si è posta il problema di come trasmettere i risultati del lavoro svolto anche al di fuori del proprio pubblico di riferimento, che utilizza i canali tradizionali accademici (articoli, saggi, convegni, libri ecc.). L’obiettivo, infatti, è rendere comprensibile a un pubblico più vasto, anche attraverso strumenti digitali, il rapporto tra lo sviluppo della signoria viscontea – un insieme di domini che durante il Trecento travalicarono i confini della Lombadia includendo quasi tutta l’Italia settentrionale e una parte di quella centrale – e la peculiare evoluzione urbana di Milano. Per questo abbiamo deciso di utilizzare strumenti come le visualizzazioni rendering 3D.
Ma come fare a rendere l’idea
della trasformazione?
Prima del lavoro di pertinenza dei grafici-informatici, noi ricercatori dovevamo stabilire un sistema interno per raccogliere i dati diacronicamente. Si è deciso, quindi, di elaborare quattro mappe a soglie cronologiche diverse che raccogliessero i dati della ricerca, potessero fornire un supporto grafico agli informatici e rendessero in quattro clic, ancora prima dell’elaborazione definitiva delle ricostruzioni 3D, l’idea di come in circa cento anni la città di Milano fu riplasmata dai Visconti.
Dopo un attento studio abbiamo stabilito che le quattro soglie cronologiche dovessero corrispondere a quattro momenti topici della storia milanese: (1) il 1277, data della battaglia di Desio dopo la quale l’arcivescovo Ottone Visconti poté definitivamente affermare il suo potere sulla città; (2) il 1339, data di morte di Azzone Visconti; (3) il 1354, anno della morte dell’arcivescovo Giovanni Visconti; (4) il 1385, data dell’imprigionamento di Bernabò Visconti.
Dopo quest’ultimo evento storico, il potere della signoria viscontea non si esaurisce, anzi si rafforza, sebbene per un breve periodo, con l’ottenimento del titolo ducale concesso a Gian Galeazzo Visconti (1351-1402) da parte dell’imperatore (1395). Proprio in questo frangente di definitiva consacrazione della casata, però, l’evoluzione dell’insula viscontea subisce una battuta di arresto.
Con la caduta di Bernabò Visconti, il nipote Gian Galeazzo sposta il “centro direzionale” della città presso il castello di Porta Giovia, l’attuale Castello Sforzesco, segnando il declino dell’area del centro urbano in cui l’agnazione – l’intero gruppo famigliare che portava il cognome Visconti – aveva avuto le proprie case, almeno dall’XI secolo, da quanto è noto al momento.