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IL PROGETTO MOBARTECH

 

Isabella Castiglioni racconta il progetto Mobartech

Il progetto Mobartech
e i suoi obiettivi

di Isabella Castiglioni
Project Manager Mobartech

Il progetto Mobartech propone lo sviluppo, la sperimentazione e l’adozione di una piattaforma tecnologica mobile – la piattaforma MOBARTECH – che integra competenze e capacità culturali, sociali e creative con tecnologie abilitanti, quali Information Technology, tecnologie fisiche diagnostiche non invasive, dispositivi e metodi di acquisizione ed elaborazione delle immagini, tecnologie e metodologie per la conservazione e il restauro, sistemi di logistica intelligente, tecnologie di public interaction e di infotainment (information + entertainment), per l’erogazione di servizi a elevato valore aggiunto applicati ai beni storico-artistici.

L’obiettivo generale della piattaforma è supportare in modo innovativo lo studio, la conservazione, l’educazione e la fruizione al grande pubblico del patrimonio culturale, favorendo la realizzazione di nuovi processi creativi che possano valorizzare i beni culturali in risposta a specifici bisogni sociali, quali, in particolare, il raggiungimento del cosiddetto non pubblico, che generalmente non ha accesso ai differenti patrimoni perché difficilmente coinvolto. In particolare, la possibilità di avvalersi di uno strumento mobile, che possa contemporaneamente fungere da laboratorio tecnico e open-lab, garantirà l’abbattimento di alcune barriere d’accesso alla conoscenza e alla cultura, come la difficoltà per il pubblico di raggiungere fisicamente un bene o di comprendere le azioni di studio e di conservazione che mantengono o aumentano il valore del bene.

Il progetto prevede diversi obiettivi specifici.
Il primo riguarda lo sviluppo di servizi a elevato valore aggiunto, per i beni storico-artistici. In particolare, sono possibili analisi tecnico-scientifiche e interventi per lo studio, il monitoraggio, la conservazione e il restauro su opere d’arte non movimentabili (ad esempio, affreschi e grandi opere) presenti presso musei e/o mostre permanenti e temporanee o in siti di interesse archeologico, architettonico, storico-artistico e paesaggistico. A supporto delle istituzioni, qualora i gestori del bene non siano in grado di progettare o garantire un servizio, anche per motivi economici o organizzativi, sono inoltre fornite professionalità e strumenti utili a una fruizione consapevole e partecipata dei risultati delle analisi o degli interventi effettuati nel corso del processo di valorizzazione del patrimonio. Vengono inoltre realizzati contenuti di contesto storico-artistico-culturale, di valore scientifico e creativo – personalizzabili in base alle esigenze della committenza su progetti specifici di valorizzazione del bene – comunicabili al grande pubblico attraverso modalità che stimolino l’interesse e la partecipazione e favoriscano la preparazione culturale, quali open-lab, installazioni di interaction design e strumenti di infotainment.

Il secondo obiettivo specifico riguarda la sperimentazione della piattaforma su casi studio che ne dimostrino le caratteristiche distintive, in particolare casi studio emblematici dal punto di vista storico, sociale e culturale per il territorio lombardo, e che dimostrino le capacità della piattaforma, oltre che nello studio e nel restauro dei patrimoni nascosti, nel rendere tali patrimoni accessibili al pubblico con modalità esperienziali che promuovano l’educazione al rispetto e alla comprensione del patrimonio.

L’ultimo obiettivo specifico, molto importante, riguarda la valorizzazione e disseminazione dei risultati del progetto. Attività di comunicazione off-line e on-line sono svolte per valorizzare i risultati e sensibilizzare l’interesse per il progetto da parte di tutti gli stakeholders, inclusi i potenziali committenti e utenti finali. Particolarmente importanti risultano le installazioni dedicate ai casi studio, attraverso le quali il pubblico può accedere alle opere sperimentando nuove dimensioni di fruizione interattiva e partecipata. Attività educative e di coinvolgimento della popolazione in situ permettono di far comprendere gli interventi effettuati e di responsabilizzare la popolazione sui temi della tutela e conservazione del patrimonio.

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IL CASO STUDIO INSULA VISCONTEA

Il caso studio Insula Viscontea

Uno dei tre casi studio del progetto MOBARTECH è stato scelto nel luogo più identitario della storia milanese, l’“insula viscontea”, che corrisponde alla grande fetta di città che si estende dai due palazzi accanto al Duomo — il palazzo Arcivescovile e il palazzo Reale — fino alla zona di San Giovanni in Conca. Nel Trecento — il secolo che è da considerare l’”età d’oro” di Milano, in cui la corte milanese gareggiava in potere e ricchezza con tutte le altre corti europee — tutto questo pezzo della città era interamente occupato dalla famiglia al potere, i Visconti.
Azzone Visconti fondò il suo palazzo poco dopo il 1330, e subito accanto sorse quello di Giovanni Visconti, suo zio e successore, arcivescovo della città fino al 1354. A partire da metà secolo, Bernabò Visconti e sua moglie Regina della Scala sviluppano la loro residenza attorno a San Giovanni in Conca, una venerabile basilica paleocristiana da loro trasformata in una specie di grande cappella di famiglia.

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Lo stemma visconteo sul palazzo
Arcivescovile
(© Giovanni Dall’Orto)

Un avveniristico sistema di camminamenti aerei collegava questo nucleo residenziale e fortificato con quello accanto al Duomo: il termine “insula” è del tutto appropriato per definire questa vera e propria “fortezza del potere”.

Negli ultimi anni, e dopo molto oblio e non buona conservazione, c’è stato un risveglio di interesse e di attività attorno a questi nuclei storici cittadini, con risultati ancora frammentari e provvisori che questo progetto trasformerà in un’indagine di alto e complessivo livello e saprà comunicare a un più largo pubblico, soprattutto di giovani.
L’équipe che lavora al progetto, composta da storici e storici dell’arte, ha messo a punto metodi di indagine raffinata, direttamente sui monumenti ma anche e soprattutto negli archivi, per riportare alla luce le informazioni da secoli sepolte.

Sarà possibile, con mezzi di ricostruzione grafica e informatica, visualizzare e descrivere con meticolosa verità storica l’aspetto del palazzo medievale sorto in continuità con quello arcivescovile negli anni in cui Azzone Visconti e suo zio Giovanni erano signori della città, negli anni Trenta del Trecento, restituendo almeno una parte dello splendore delle decorazioni pittoriche che emergono nelle fonti rinascimentali come di straordinaria bellezza.
Quanto al nucleo di San Giovanni in Conca, le leggende su Bernabò, sulla sua crudeltà e sui suoi eccessi, sulle centinaia di cani che avrebbero abitato il suo palazzo hanno coperto nel tempo un’altra verità: quella dello splendore della sua corte e della magnificenza dei palazzi milanesi abitati dalla coppia. Oggi incomprensibile ai milanesi e a quanti visitano la città, la chiesa di San Giovanni in Conca, un tempo la chiesa palatina della residenza di Bernabò, è ridotta a un moncone che funge da boa del traffico in piazza Missori e gli affreschi voluti da Bernabò sono, in vari pezzi, al Castello Sforzesco.

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Resti della chiesa di San Giovanni in Conca
in piazza Missori

Studio e visualizzazione del progetto faranno emergere attorno a essa la realtà smembrata e sepolta del quartiere visconteo.

Sarà dunque una città parallela quella che emergerà a fianco della Milano del XXI secolo. Un’immagine nuova che stimolerà il senso di appartenenza dei cittadini lombardi e li familiarizzerà con la loro stessa storia; una realtà immersiva che si servirà delle modernissime possibilità del mondo mediatico e cinematografico.
Uno strumento indispensabile, colto e insieme divertente, per la crescita delle generazioni più giovani, che non avvertiranno più la distanza tra gli strumenti di oggi, le nuove tecnologie, l’attuale cultura dell’immagine, e il passato.

Prof.ssa Serena Romano
Professore emerito di Storia dell’arte medievale
Università di Losanna

Prof. Marco Rossi
Professore ordinario di Storia dell’arte medievale
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

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Le persone

I responsabili del caso studio
Insula Viscontea

Serena Romano

Professore ordinario di Storia dell’arte medievale dell’Università di Losanna, è ora Professore emerito presso la stessa università e Docente presso l’Università di Roma 2 – Tor Vergata. Ha diretto il progetto di ricerca sulla cultura lombarda Constructing Identity: Visual, Spatial and Literary Culture in Lombardy, 14th-16th centuries, finanziato dal Fondo Nazionale della Ricerca Svizzera. Nel 2015, nel quadro di Expo, ha curato a Milano le mostre Arte lombarda dai Visconti agli Sforza. Milano al centro dell’Europa e Giotto, l’Italia, entrambe presso il Palazzo Reale di Milano. È Direttore del Corpus della pittura medievale a Roma 312-1431. Dirige due collane editoriali per la casa editrice Viella e ha al suo attivo pubblicazioni che spaziano dalle monografie, ai saggi in volume, agli articoli in riviste, a cataloghi di mostre.

Marco Rossi

Professore ordinario di Storia dell’arte medievale e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici presso l’Università Cattolica di Milano, Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte. Membro dei Comitati scientifici della Rivista di storia della miniatura, di Arte lombarda e di Arte cristiana, collabora con diversi Istituti culturali su progetti di ricerca nazionali e internazionali. Si occupa soprattutto della cultura architettonica e figurativa romanica e gotica, con particolare riferimento all’ambito lombardo. È autore di circa duecento pubblicazioni scientifiche, comprese alcune monografie.

I ricercatori

 

Santina Novelli

Università
Università Cattolica, Milano Dipartimento di Storia dell’arte

Ruolo
Assegnista di ricerca

Attività svolta per il progetto
Ricerca storico-artistica

Contatto
santina.novelli@unicatt.it

 

Federico Riccobono

Università
Università Cattolica, Milano Dipartimento di Storia dell’arte

Ruolo
Assegnista di ricerca

Attività svolta per il progetto
Ricerca storica

Contatto
federico.riccobono@unicatt.it

 

Edoardo Rossetti

Università
Università Cattolica, Milano Dipartimento di Storia dell’arte

Ruolo
Assegnista di ricerca

Attività svolta per il progetto
Ricerca storica-artistica

Contatto
edoardo.rossetti@unicatt.it

 

Damiano Spinelli

Università
Università Cattolica, Milano Dipartimento di Storia dell’arte

Ruolo
Assegnista di ricerca

Attività svolta per il progetto
Ricerca storica

Contatto
damiano.spinelli@unicatt.it

Matteo Interlenghi

Università
IBFM-CNR (Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare – Consiglio Nazionare delle Ricerche), Milano

Ruolo
Assegnista di ricerca

Attività svolta per il progetto
Ricostruzione virtuale della basilica di San Giovanni in Conca
Analisi di Imaging iperspettrale sugli affreschi del Palazzo arcivescovile

Contatto
matteo.interlenghi@ibfm.cnr.it

 
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